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giovedì 5 febbraio 2015

AUGURACCONTO per Nicola Skert

di Roberto Scudeletti



La luce all'orizzonte era inquietante. Un'alba che mai sorgeva. 
Il mondo freddo, ingoiato da un buio perenne. 

E tu che ci vagavi dentro, come un'anima verso la perdizione. 
Un ritorno all'era glaciale, ad un'epoca senza motori ed energia, dove chiunque bruciava qualsiasi cosa, anche cadaveri. Solo in parte per riscaldarsi...
 

Non ricordavi neppure come avevi fatto ad uscire indenne dal tuo ufficio, tra corpi di quasi zombie che si dilaniavano per un pezzo di legno da accendere, torce umane che si gettavano dai piani alti pur di evitare la cannibalizzazione dei loro poveri corpi. 

"Sono nella via di casa" - realizzasti, sorpreso. Ce l'avevi fatta! Ma come avresti trovato l'appartamento e soprattutto i tuoi cari? Il portone per fortuna era chiuso. Le mani sudate scivolavano nelle tasche alla ricerca delle chiavi.
"Trovate!" - esultasti nel freddo della bora oscura.
 

Il silenzio pervadeva l'androne, le scale e le porte chiuse man mano che salivi i gradini, a due a due, allungando le tue già estese gambe in uno sforzo veloce.
 

Finalmente la porta della tua casa. Le chiavi giuste aprirono le serrature facendoti entrare ansimante e preoccupato. Ancora silenzio e assenza di luce.
Ma qualcosa di diverso invase i tuoi sensi. Come avevi fatto a non percepirlo subito? Era evidente, ti avvolgeva, aumentava il gocciolio del tuo sudore.
 

Era il caldo. Il riscaldamento condominiale. 
Una assurdità, vista la situazione fuori.
O eri tu fuori, di testa?
 

Alla fine del corridoio la porta spalancata sul salotto e tu, dalla soglia, stendesti un braccio per accendere la luce, per provare se anche tale miracolo si sarebbe unito a quello del calore domestico.
 

Ci fu una forte esplosione...
 

- Auguri, Nicola! - mille voci confuse, ma inconfondibili interruppero il gioco di immedesimazione tra la tua vocazione di fantastico scrittore e la vita reale, mentre stavi tornando a casa dal lavoro.