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venerdì 30 agosto 2013

GORY TEX & PULPY FIX Episodio 10 "Genova by night"



La vita per i due criminali, fratelli di sangue, aveva un ritmo ben diverso dalle persone normali, con lavoro, famiglia, casa e, per chi crede, chiesa.

Procedeva a ritmo di sesso, fumo e kill & roll, nella loro testa proprio in quell'ordine, anche se, in realtà, spesso erano costretti a dare la precedenza alla professione.

Erano stimati picchiatori e assassini, magari in trasferta, per conto di boss, con tante palanche da potersi permettere i loro servizi, sempre molto richiesti. 

Loro, in parte, giravano le mazzette di biglietti da cento euro a qualche sbirro compiacente che teneva lontano eventuali colleghi rompicoglioni e sospettosi.

E il giro si chiudeva, con felicità per tutti; tranne che per le vittime designate.

Gioco forza vivevano di notte, tra spietate esecuzioni e vita notturna, tra silenziatori o coltelli e bagasce o canne di afgano, raramente strisce di coca, che toglie il senso della realtà, a loro necessario; a meno che non avessero davanti un periodo di ferie, allora una sniffata ci stava, mai più di una di seguito, comunque.

All'alba si trascinavano a letto, saltavano il pranzo e, cazzo, verso le 4 o 5 del pomeriggio di rifacevano con una bella merenda a base di focaccia genovese traboccante di salame di Sant'Olcese o di prosciutto crudo, rigorosamente di Parma, innaffiata da mezzo litro di birra bionda, leggera per riprendere il ritmo della giornata che li attendeva. Una moca da sei di caffè forte completava l'opera. 

Anzi no, svegliarsi con un bel troione trombato a fondo lo faceva; l'importante era che, dopo un'ultima sveltina, si vestisse e sparisse nei vicoli da dove era venuta.

Quel pomeriggio si svegliarono soli, con un compito impegnativo da portare a termine, per un importatore di mano d'opera extracomunitaria irregolare a basso prezzo, da piazzare come venditori di cianfrusaglie e spacciatori di roba ben più redditizia.

I soliti cavalli pazzi solitari volevano intrufolarsi nel giro senza pagare la sua protezione; andavano puniti, severamente.

- Belin, che voglia che ne ho - disse sbadigliando Gory Tex.

- Io ancora meno, ma le palanche ci fanno comodo, belin - replicò stirando le braccia in alto Pulpy Fix.

Dopo la solita trafila di colazione/merenda, docciatura e vestizione i due damerini, verso le sei del pomeriggio, andarono a fare in giro per Via San Luca, salutando i negozianti e chiacchierando con le commesse, soprattutto le più fornite di curve e tette.

Alla chiusura aiutarono l'amico Gigi il napoletano, fornitore ufficiale di armi "pulite" e precise, a tirare giù la saracinesca della sua bottega di barbiere, una delle ultime sopravvissute.

Si fece finalmente l'ora di cena ed il buio aveva ingoiato il mare, scuro e quasi invisibile, da Piazza Caricamento e Sottoripa.

Risalirono il centro storico e poco prima di sbucare in via Roma e Piazza De Ferrari si accomodarono in un pub dall'arredamento tipicamente britannico, rossa cabina telefonica compresa.

Si sedettero in un tavolo appartato dove riepilogarono la loro missione che verso la mezzanotte li avrebbe visti protagonisti. Preparare in anticipo ogni particolare era da professionisti, improvvisare da imbecilli.

I due aspiranti suicidi facevano parte senz'altro di questa ultima categoria, per mettersi contro il boss e costringerlo a rivolgersi a due bastardi come loro due; poveretti, non sapevano cosa stavano per subire.

Lo squallido locale in un vicolo defilato offriva divani sfondati, fumo scadente e puttane tossiche; era a buon prezzo e quindi frequentato da chi non si poteva permettere di meglio, tra cui i due pezzenti che volevano fare il salto di qualità ai danni del boss.

- Poveri illusi! - sussurrò Gory all'orecchio di Pulpy, avvicinandosi al loro tavolo con una bottiglia di birra in mano.

Erano impegnati a farsi venire duro il pacco sotto i jeans da due zoccole dagli occhi spiritati da pasticche chimiche e desiderose di una mancia extra, per procurarsene altre.

Li lasciarono sfogare. Il loro tempo sarebbe arrivato; ci voleva pazienza.

Le luci si fecero ancora più soffuse, con il fumo di sigarette e canne che danzava come nebbia sino al soffitto, lasciando nella semi oscurità la zona divani; le carezze ai due prossimi predestinati si erano tramutati in pompini frettolosi. Bene, tra poco i loro aguzzini sarebbero entrati in azione.

Gory e Pulpy uscirono piazzandosi in un vicolo laterale, riprendendosi dal caldo del locale con la fresca aria di mare, che pareva anticipare un temporale con i contro cazzi, preannunciato da lampi e tuoni in lontananza.

- Tienti pronto - disse calmo Tex, accarezzando la pistola sotto il giubbotto di pelle nero come la pece; Fix lo imitò masturbando dall'alto in basso e viceversa un paio di volte il manico del suo coltellazzo.

I due tipi uscirono, barcollando, schiamazzando, ridendo. Ancora per poco.

Vennero afferrati e trascinati nel vicolo stretto e desolato da mani possenti e braccia decise, in una morsa d'acciaio, mentre nastri adesivi spessi chiudevano velocemente le loro bocche cariate, impedendo la fuoriuscita del minimo suono.

- Statemi bene a sentire, pivelli - fece Gory guardando entrambi, feroce, con le due mani strette intorno ai loro giovani colli sottili; Pulpy si limitava a mostrare in un pugno il pistolone dell'amico e in un altro la sua lunga lama luccicante, nonostante l'assenza di luna.

La ramanzina era stata breve e chiara, inequivocabile. Ma al boss non bastava; per esperienza sapeva che bisognava dare una lezione esplicativa dopo le parole, con fatti basati sulla violenza, sulla punizione preventiva, una sorta di antipasto, di anticipo rispetto a quello che sarebbe potuto succedere in caso di disobbedienza successiva.

Un dentista direbbe "meglio prevenire che curare"; fu per quello che si ritrovarono con un paio di denti in meno ed un leggero trauma cranico alla fine della lunga nottata.

A proposito di notte, per i nostri due cattivi eroi non poteva finire così. Di scopare non avevano voglia, di stordirsi neppure, avevano in fin dei conti già fumato indirettamente nella topaia di prima, che fare allora?

- Ho voglia di tranquillità - si espresse Gory e Pulpy colse al volo.

Montarono sulla sua auto coupè nuova di stecca, tirata fuori da un garage sotterraneo poco distante e si diressero sulla circonvallazione a monte.

Arrivati ad una spianata del Righi la stupenda Genova illuminata era ai loro piedi, con il porto e la Lanterna al centro e lampi a rigarne il cielo, dietro.