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lunedì 15 ottobre 2012

Donna Daniela






Nubi grigie in un cielo nero. Lampi appaiono e scompaiono.
Frutti incandescenti di un temporale lontano, silenzioso, senza tuoni.
Che rendono l’atmosfera cupa, nel tardo pomeriggio autunnale.
Una pioggia incessante cade impietosa sui poveri viandanti, che arrancano sulla terra battuta della strada divenuta oramai fango scivoloso. 


Una donna fradicia agogna la meta, assieme ad un gruppo di pellegrini.
Finalmente l’uomo col bastone che li guida alza la testa dal cappuccio del mantello, si volta indietro rallentando e urla: “La locanda è qui!”.

Un ultimo tratto accompagna lo sguazzare di piedi e membra doloranti.
A uno a uno entrano nella taverna, riscaldata da un benedetto camino acceso; si strofinano le mani, bagnati in ogni antro del corpo, con le gocce che cadono sul pavimento mentre altre decidono di evaporare verso il soffitto di travi in legno, per poi scomparire.
La fame e la sete per un attimo passano in secondo piano.

Dopo pochi minuti la stanchezza prende il sopravvento e si siedono attorno ad un lungo tavolaccio.
In silenzio mangiano la zuppa di legumi e un pezzo di pane nero, alcuni bevono avidamente solo acqua, altri vino rosso sangue.

Tra le donne una, magra dai capelli neri corvini e mossi, si alza per prima verso la scala che porta alle camere al piano superiore.
Un uomo la segue e dietro di lui l’oste.
Bramosa di un sonno ristoratore sul pagliericcio, in attesa dell’alba e della ripresa del cammino verso il santuario, non si avvede del movimento.

Sta per entrare nella camerata delle donne, quando una mano la afferra.
Lo sguardo atterrito si volta, in cerca di spiegazione.
Un soldo di argento passa dalla mano dell’uomo all’oste, il quale la conduce in fondo al corridoio. 

Una porta chiusa a chiave viene aperta. Solitamente è riservata ai nobili di passaggio.
Un caminetto dalla legna scoppiettante nella fiamma viva la accoglie.
Lei si volta con sguardo interrogativo. L’oste sta tornando al suo lavoro da basso.
L’uomo, prima di congedarsi, risponde con un sorriso: “Buona notte, donna Daniela!”

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