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domenica 7 dicembre 2014

ILLUSIONE DI LIBERTA'

poesia di Roberto Scudeletti


Cripta la tua
dove seppellisti
sentimenti e gioie
per far posto
a egoismi e buio cinismo
illusione beffarda
di libertà
anticamera di morte
in realtà!

NUBI E VITA

poesia di Roberto Scudeletti


Oh nubi grigie,
voi che celate
il cielo azzurro
e i raggi del sole
siete come la vita
che è piena di gioie nascoste!

venerdì 14 novembre 2014

Gory Tex & Pulpy Fix episodio 16








"Palestra assassina"

- Meno male che l'abbiamo fatto ieri sera - disse Pulpy Fix, riferendosi ad un incontro sessuale passionale con una nuova amica, conosciuta in palestra in zona circonvallazione a monte.
- Oggi non sarei capace a muovere un muscolo, neppure quello che ti piace tanto - aggiunse, essendo appena tornato da una scheda di body building molto pesante.
- Belinone! - rispose lei, alla presunta battuta di spirito, ma fu come aggiungere legna al fuoco di un falò.
- Vedo che te lo ricordi benissimo! - replicò infatti il maschio virile.
- Veramente no, potresti rinfrescarmi la memoria - lo provocò la donna, con tono di sfida.

Al di là del fatto che la femmina lo intrigava molto, visto che era dotata di fisico ovviamente in forma e asciutto, ma addobbato con un paio di tette da quarta abbondante sode come marmo e naturali, doveva tenersela buona, in tutti i sensi, perché era la sua informatrice inconsapevole su tutto quello che succedeva nella palestra.

- Allora la smetti di tubare, che dobbiamo parlare di lavoro...- interruppe l'idillio telefonico Gory Tex, con piglio deciso che lasciava intendere non accettare repliche o rifiuti.
Dopo aver promesso un prossimo match a breve termine, ma lunga durata, il socio chiuse la comunicazione e rivolse l'attenzione al suo fratello di sangue e azioni criminose, in quella piovosa serata di metà novembre, che se non era da ennesimo allarme meteo poco mancava, per la disgraziata e martoriata città di Genova.
- Dobbiamo farlo domani sera, alla chiusura - incominciò Gory e Pulpy annuì, pregustando l'azione che li attendeva e il relativo alto ingaggio da incassare a cosa fatta.

Un ragazzo che frequentava la palestra si era sentito male, poco dopo essere tornato a casa da un allenamento intensivo di kick boxing, preceduto da una seduta di body building. 
Era morto all'ospedale San Martino per arresto cardiocircolatorio; dalla successiva autopsia era risultato imbottito di sostanze anabolizzanti. 

La sfortuna per i gestori della palestra non fu tanto la successiva indagine, dalla quale uscirono indenni poiché erano stati bravi a nascondere le tracce della loro colpevolezza, ma il fatto che il giovane fosse il figlio di un noto boss sudamericano che gestiva traffici nella Genova notturna del centro storico. E che l'incarico di appurare la verità e applicare la giusta punizione fosse stato affibbiato alla premiata ditta Gory & Pulpy.

Ecco perché, mentre Gory indagava dall'esterno su Paolo e Giorgio, i due soci proprietari e gestori del locale, il pigro Pulpy si dava da fare all'interno, sia seguendo con assiduità la scheda del suo personal trainer sia indagando sulla truce faccenda, facendo amicizia e tirando fuori la cosa come per fare quattro chiacchiere, durante le quali aveva agganciato la disponibilissima panterona Wilma.

- Due più due fa quattro - sentenziò Gory a Pulpy due giorni prima, quando si erano scambiati gli esiti delle loro reciproche informazioni sul caso.
Il verdetto di colpevolezza era stato riportato pari pari al boss Pedro che emise la relativa condanna, senza appello: - Muerte!

Attesero con pazienza che gli ultimi ritardatari uscissero; Paolo chiuse l'ingresso a chiave mentre Giorgio contava i soldi degli abbonamenti mensili, trimestrali e, pochi, annuali di quella giornata. Pulpy, che si era nascosto nello spogliatoio maschile, estrasse il pistolone, avvitò il silenziatore e indossò un passamontagna che non si sa mai. Con uno spray oscurò le webcam durante il percorso verso la direzione. Entrò e accoppò i due spacciatori, rapidamente, come il morso di un cobra o di un serpente corallo; per ulteriore prudenza oscurò anche la cam del locale e, senza perdere tempo a cercarne il relativo disco fisso, andò all'ingresso, mentre due pozze di sangue si stavano allargando sul pavimento. 

- Che ne dici di una birra per festeggiare? - chiese a Gory, una volta salito in auto.










mercoledì 29 ottobre 2014

IL SENSO

poesia

di 

Roberto Scudeletti



Caldo sole giallo
terso cielo azzurro
cosa c'è di meglio
che la vita è un sussurro?

martedì 16 settembre 2014

PERCHE' di Roberto Scudeletti




Perché è così arduo
trovar giuste parole
per descriver cotale
spettacol divino
di sole coperto
da nubi biancastre
tentato di uscirne
con raggi dorati?

giovedì 21 agosto 2014

Gory Tex & Pulpy Fix episodio 15

"Che combinazione!"


 

Gory Tex stava passeggiando sul lungomare di Arenzano, sotto le belle palme liguri, in una tarda mattinata di metà agosto.

Erano gli ultimi scampoli di meritate ferie dalle solite marachelle criminali; non che dovesse tornare a timbrare alcun cartellino, ma dopo due settimane di Sardegna con una trentenne dominicana che ne dimostrava venticinque, prima di rituffarsi nei vicoli di Genova voleva godersi ancora un po' di pace e mare, nonostante l'estate piovosa e meteorologicamente illogica.

In effetti in quel giorno feriale, nonostante la località turistica, di gente in giro ce n'era ben poca. 

"Questi nuvoloni neri e grigi tengono lontani i turisti, poco da fare" pensò, incerto se rattristarsene per gli albergatori o battersene il belino a favore del suo egoistico desiderio di tranquillità.

Non fece in tempo a scegliere la seconda ipotesi che un evento naturale sconosciuto attirò la sua attenzione, all'orizzonte proprio di fronte a lui, tra mare e cielo.

- Che roba è? - si chiese a voce semi alta, mentre un vortice sempre più grande e veloce univa acqua e nuvole ed un vento impetuoso iniziava a battere anche la costa, come un enorme ventilatore acceso alla massima potenza.

- Una tromba marina! - esclamò un signore anziano vicino a lui, con accento milanese.

La rivelazione lo indusse a fotografare l'evento, mandando l'immagine impressionante all'amico di sangue Pulpy, via cellulare.

Silenzio. Nessuna risposta. Intanto la gente incominciava a scappare e lui iniziò a camminare veloce verso l'auto, adocchiando il display dell'apparecchio telefonico.

Salito sulla sua macchina decise di chiamarlo: - Pronto, non hai visto la foto? Che roba gigantesca, mai vista! - disse di impeto, ma ancora ricevendo il nulla in risposta.

Solo una voce femminile in sottofondo, che riconobbe immediatamente: - Chi è? Dai torna a letto... -.

"Che combinazione..." riflettè, mentre interrompeva la comunicazione.

"Anche lui... tromba Marina!".

martedì 19 agosto 2014

NATURA E TECNOLOGIA poesia



Sfregolii di sassi
seguono il ritiro di onde
del mare agitato
mentre friggiture di orecchie
e unto di dita
attaccano cellulari;
io, straniero ormai,
mi colmo i sensi di tali scene,
che non più mi appartengono.
Roberto Scudeletti



Genova, venerdì 15 agosto 2014 

lunedì 4 agosto 2014

"FUORI SERVIZIO" pubblicato nella antologia "DRITTO AL CUORE"

drittoalcuore







Antologia del mistero, del grottesco e della follia
Il ricavato verrà devoluto al progetto “Mettici il cuore” dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma
Io sono per il finale aperto. Diciamo che sono uno strenuo difensore dei puntini sospensivi. […] Sono perle predisposte a diventare girocollo e ruota panoramica da Luna Park quando gli scrittori si incontrano nello stesso libro, anche se alcune storie puzzano di zolfo prevale l’essenza di zucchero filato. Un’essenza che passando per le narici arriva “dritto al cuore”. […] Puntini sospensivi non sono solo canzonette questi racconti. Se scrivi solo di “testa” ti può venire un’emicrania, se scrivi di “pancia” rischi la pancreatite, se scrivi di “cuore” hai un fine, non una fine. (dalla prefazione di Andrea G. Pinketts)
Molti potranno pensare che sia di cattivo gusto pubblicare racconti di morti, delitti e misteri a favore dei bambini, ma abbiamo voluto indirizzare l’antologia non a chi conosce e vive l’Ospedale Bambino Gesù, ma ai lettori accaniti di un genere che non ha età. Non ci interessa che siano i genitori dei supereroi ad acquistare una copia di Dritto al Cuore, ma speriamo che siano soprattutto i lettori che non hanno idea di cosa significhi vivere mesi e anni nell’attesa che la medicina risponda a silenziose domande di speranza.
(dall’introduzione di Sira Terramano)




giovedì 31 luglio 2014

Gory Tex & Pulpy Fix episodio 14

"ORGASMO RUSSO"


- Me ne vado... - annunciò Pulpy Fix all'amico Gory Tex, mentre stavano consumando un'ottima colazione, focaccia genovese e cappuccino, in un bar di Corso Italia, sul lungomare cittadino.
- In ferie o per sempre? - scherzò l'altro.
- Per sempre, per sempre. - rincarò la dose.

L'atmosfera si fece seria. 

Dopo mesi e mesi di condivisione criminale il loro sodalizio pareva a rischio rottura. 
Facce tirate si guardarono negli occhi e... prima un sorriso e poi una risata di Pulpy, conditi da un "Ma scherzavo!" riportarono alla realtà il loro rapporto, fondato su un mix di violenza e battute in allegria.

- Belin, mi stavi facendo prendere un colpo! - esclamò Gory, asciugandosi una goccia di sudore che gli stava colando dalla fronte sul naso.
- Un fondo di verità c'è, ho bisogno di staccare un paio di giorni - rispose il socio.

Pulpy portò una sua carissima trombamica, Pamela,  in un lussuoso hotel a quattro stelle, alle terme di Sirmione, sul lago di Garda.

Arrivarono intorno a mezzogiorno; dopo aver posato i bagagli in camera si recarono nell'ampia sala da pranzo a vetrate.

Dietro di loro una tavolata di russi pasteggiava bevendo i vini veneti, tra bottiglie di bianco, calici di rosso e risate a battute incomprensibili di volti rubizzi in abiti modesti, quasi sciatti.


Mentre gustavano la deliziosa cucina locale inaffiandola con dell'ottimo rosso di Bardolino a Pulpy non sfuggì la presenza di alcune bellezze post sovietiche nel gruppo; alternò sguardi compiacenti alla sua compagna ad occhiate fugaci soprattutto alla bionda di fronte, capelli raccolti e occhi verdi, che gli ricordava un'attrice americana senza rammentarne il nome.


- Facciamo un riposino? - propose malizioso il criminale in vacanza, dopo una breve passeggiata con caffè al bar della piscina centrale.

Si ritrovarono nel lettone a cavalcarsi reciprocamente finchè mugolii ad alta voce, molto vicini a vere e proprie urla di piacere, preannunciarono l'orgasmo della donna.

- Fai piano, altrimenti ci ritroviamo la coda di russe fuori dalla porta! - sussurò il presupponente stallone italico.

Pamela iniziò a sorridere a pieni denti, mentre Pulpy pensava "Belin, la preferivo prima...!".

- Che cosa ti prende, adesso? - le chiese, disorientato.

- Non so se ridere o venire... - rispose lei.


domenica 22 giugno 2014

NOVELLO D'ANNUNZIO


di Roberto Scudeletti 
Sdraiato
da solo
mi sono amato,
assaggiando 
il mio seme.

Noale, 21 giugno 2014

LA RECITA DEL MARE



di Roberto Scudeletti

Odo lo sciabordio di onde sulla spiaggia, 
ammiro la bianca schiuma che
giunge serpeggiante e sì ritira.
Quell'odore di canapa bagnata, 
di reti intrise di salsedine 
accendono ricordi lieti di bambino,
mentre lo sfrigolio di mille e mille ciotoli 
mi avvisa che il mare recita 
un ciclo di arrivi e partenze, di nome vita.

Noale, 18 giugno 2014

venerdì 30 maggio 2014

LASCIAMI... (poesia)


Lasciami vedere
che accade
nelle viscere del tuo sentire,
nell'animo profondo
voglio immergermi
per giungere
all'essenza
di ciò che io
percepisco, indelebile
amore!
 

di Roberto Scudeletti

Noale, sabato 24 maggio 2014

mercoledì 21 maggio 2014

GNOMO GNAM!


di Roberto Scudeletti



La piazza del Regno Verde era circondata di portici e case, da tetti di tegole rosse.

Regnava il Re Buono che si era risposato con la Regina Asprigna, sino ad improvvisa morte. Il potere passò alla matrigna e la Principessa Stupenda fuggì nel Regno Azzurro, convivendo scandalosamente col Principe Bianco.

Ogni notte un piccoletto calava dalla soffitta di una delle case, dove dormiva nascosto, per razziare la cucina, causando litigi tra i due abitanti, con la moglie che accusava il marito per gli spuntini notturni.

Era lo gnomo Gnam. Grasso, barba bianca, con un ampio vestito rosso, unto di cibo, che ingurgitava avidamente. Odiava tutto e tutti, una specie di misantropo in formato mignon.

Piccolo e senza slitta di renne, non rischiava di essere scambiato per un certo babbo, a Natale.

Convinto di avere una vasta gamma di malattie assumeva, da perfetto ipocondriaco, decine di pastiglie naturali, preparate dall’unico conoscente che potesse definirsi quasi amico, lo gnomo Medicus. Temeva di non superare i duecento anni.

Un giorno arrivò la punizione della Regina. Fece invadere il pacifico stato, catturare e condurre la Principessa in città; legata ad un tronco di pino, sopra una pira di rami, al centro della piazza, era pronta per essere messa al rogo.

- Nooooooo - fece Gnomo Gnam, trattenendo l’urlo dentro la piccola mano, nascosto dietro un carro tra la gente incredula, a stento trattenuta dai soldati della perfida sovrana. E svenne.

Quando riaprì gli occhi lo Gnomo Emotions, il mago delle emozioni, lo stava reggendo.

- Mi dispiace, stai morendo dal dolore; per la prima volta in vita tua provi amore per qualcuno – gli spiegò.

– Cosa posso fare? – chiese.

– Solo tornando burbero potrai evitare la morte – fu sentenza.

Sorrise per un momento e spirò.

Senza riuscire a vedere la Principessa, salvata da folla e Principe.

sabato 17 maggio 2014

AMORE SENZA AMORE


di Roberto Scudeletti



Si sentiva nervoso, doveva combinare qualcosa, uscire di casa.

Decise per una passeggiata, una camminata lungo il fiume, attraversando infine il ponte che separava il centro storico dalla periferia, costituita da un miscuglio di antiche fattorie, per lo più abbandonate, nuovi condomini, supermercati e un enorme centro commerciale in vetro e cemento.

- Ciao John – lo salutò il suo omonimo in versione italica, Giovanni. 
Lo chiamavano così per il suo amore infinito verso i film western con protagonista il mitico Wayne. Ordinò un caffè Ginseng e si sedette in uno dei tavolini all’aperto del bar, situato vicino a uno dei pochi parchi giochi, sopravvissuto alla speculazione edilizia.

- Ti vedo pensieroso oggi, John – osservò il barista, servendolo.
- Niente di che, Giovanni – rispose lui, mentendo.

Era alle prese con un dilemma, altro che niente!

Aveva trascorso quasi tre anni con una donna bellissima, avvenente, fine, elegante, intelligente e, strano per la media delle donne, silenziosa o comunque non chiacchierona, insomma come piaceva a lui.

Solo un difetto non proprio insignificante turbava il suo cinico essere. 
Era innamorata di lui e credeva, pretendendolo, lo stesso di lui nei suoi confronti.

Così dopo la loro prima volta lui era stato “costretto”, per continuare a possederla, a mentirle un suo inesistente amore; sì stava bene con lei, ma una volta andati ognuno a casa propria si dimenticava di lei, mentre l’amore per lui, che lo aveva già provato seppur poche volte, era un continuo pensiero, come una scarica elettrica che alimentava sempre mente e cuore, dal risveglio all’addormentarsi.

Doveva riflettere sul bivio che oramai il trascorrere del tempo e dei litigi sempre più continui lo obbligavano a decidere, tra una continua bugia o la fine di un amore senza amore.

Lei percepiva la distanza emotiva, come solo una donna può fare, mentre lui continuava a gestire la lontananza, seppure limitata da pochi chilometri, con noncuranza e facendo magari passare dei giorni nel silenzio assoluto.

- Siamo entrambi liberi, perché ogni tanto sparisci e non ti fai sentire? – gli rinfacciava lei, facendolo sentire a volte braccato, a volte colpevole.

Si alzò dalla sedia, andò al bancone e pagò Giovanni, senza una parola.

Seguì un percorso familiare che lo condusse ad un citofono; oramai era ora di pranzo e doveva essere a casa.

Lo scatto del portone e poi della serratura della porta blindata fu come un via allo sfogo della verità che aveva dentro.

- Mi dispiace – disse lui, mentre lei versava lacrime amare, prima di scomparire per sempre.

martedì 22 aprile 2014

L'onda più forte



Mi accuccio
sulla linea scura della spiaggia
bagnata dal mare,
in attesa di assaggiare
il suo liquido sulla mano;
ma sembra farlo apposta,
arretra il movimento e nemmeno mi sfiora,
come fosse una punizione
per aver tanti anni fa abbandonata
questa ligure terra.
Infine un'onda più forte
mi raggiunge e mi bagna,
forse segno di perdono;
il magone ugualmente mi prende,
perché ancora una volta
la sto per lasciare,
mentre rare gocce di pioggia
piangono per me.


domenica 26 gennaio 2014

Gory Tex & Pulpy Fix episodio 13



"Una piccola bionda scherzosa"







Nuovo anno, solita vita.

"Che barba, che noia" pensa Gory Tex, con una inusuale carica introspettiva.

Sta appoggiato sulla ringhiera della piazzetta rialzata sopra Boccadasse, borgo splendido alla fine di Corso Italia, il lungomare di Genova.

Lo sguardo è perso sull'orizzonte blu marino.

Una pacca sulla spalla lo scalza dai pensieri grigi, facendolo tornare in sé.

Pulpy Fix non soffre di tali momenti di malinconia, è sempre carico di adrenalina nei confronti della vita a trecentosessanta gradi, un cerchio completo di sesso, violenza e motori.

Gory sta per girarsi verso il socio di crimini, ma, per fortuna, non lo fa.

Gli occhi sono attratti da una chioma bionda, un fisico snello, una somiglianza che arriva dal passato, al momento persa nella nebbia della memoria e per questo più attrattiva che mai; una scossa inaspettata al momento spento dell'uomo, come solo una donna può fare.

Si trova giù, tra scogli, mare e piccola spiaggia occupata dalle barche dei pescatori; passeggia sorridente in questa mattinata solare di fine gennaio.

- Marilyn Monroe! - esclama, con un tono da liberazione.

- Prima te ne stai mogio mogio e ora parli ai fantasmi, ma dai i ciocchi? 

Pulpy utilizza una espressione dialettale, usata per chiedere ad una persona se sta dando di matto.

- Belin, guarda là - indica col braccio dritto e indice proteso in basso, verso l'apparizione bionda.

Il caso ha tramato in favore di Tex e lui ne approfitta; rispolvera il sorriso da night club riservato solitamente alle nuove ragazze stile lap dance e scende di corsa la ripida scaletta, arrivando di fronte alla sosia della grande attrice americana. 

- Posso dirle una cosa, signorina? - le chiede subito dopo.

Lei si aspetta l'ennesimo scontato ammiratore che si vuole complimentare per la somiglianza ed è pronta ad ascoltare per un attimo e poi sparire.

- Desidero ringraziarla perché mi ha cambiato la giornata! 

La coglie di sorpresa, con le difese che piano piano si abbassano.

Dal successivo dialogo emerge un comune amore per il mare e un piacevole senso dell'umorismo, che da sempre affascina Gory; saper fare ridere è una dotazione importante per conquistare e non vale solo per le donne!

Alla fine si scambiano i numeri di cellulare per un prossimo appuntamento, naturalmente in riva al mare.

- Allora com'è? - chiede il suo amico appena torna da lui.

- Una piccola bionda scherzosa! - risponde entusiasta.




venerdì 10 gennaio 2014

La Casupola





La casupola

di

Roberto Scudeletti





Il vecchio signore dalla barba bianca e dal vestito rosso si era rotto le scatole dei regali. 

Tirò a sé le redini della slitta fermando le renne a fianco di una casupola fatiscente. 

L'anziana donna riposava in attesa del suo turno. 

Entrò senza fare rumore. 

Si spogliò tirando fuori l'attrezzo eretto dai mutandoni di lana. 

Lo appoggiò sulla schiena di lei, che si voltò, gli occhi sgranati dalla sorpresa. 

Erano secoli che non ne vedeva uno. Come lui non esercitava con una donna. 

Si rifecero del tempo perduto. 

A tal punto che… <<Cazzo, è già il 6 gennaio!>> esclamarono all’unisono.