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sabato 8 dicembre 2012

GORY TEX & PULPY FIX Episodio 6 "Regalo di Natale"






"Che uomo del belino sei?" gli aveva appena detto la moglie al cellulare, mentre lui era in auto.

La reazione fu quella di accelerare, superare, rischiare un frontale.
Ma non aveva considerato che il guidatore appena schivato potesse essere cattivo.
Molto cattivo, già di suo. E in quel caso incazzato, più di lui. 
Nessuno poteva fargli uno sgarro.
Figuriamoci andargli quasi addosso.

L'individuo fece inversione alla prima laterale , sgommando furioso.
"Se u piggiu ghe u taggiu" disse tra sé accelerando con l'intenzione di riuscire sia a pigliarlo sia a tagliarglielo.

Era Gory Tex, un permaloso delinquente psicopatico che da qualche tempo faceva coppia con un amico-fratello di sangue di nome Pulpy Fix. 

Insieme sfogavano la comune sete di sangue commettendo crimini su commissione o anche per pure piacere, in lungo e in largo sul pianeta Terra.

"Ma che bella occasione" pensò Gory, riferendosi ad un nuovo rifugio segreto che doveva ancora essere "inaugurato".

Detto fatto. Il buio della notte d'inverno ed una piazzola di sosta isolata fecero al caso suo.
Fulmineo affiancò l'auto dell'imbecille e la costrinse a destra fino a che fermò la sua, la loro folle corsa.

Aprì la portiera puntando il suo pistolone sotto il naso del malcapitato.
Si trattenne dallo sparargli sul posto. Riuscì a controllarsi. E a portarlo via sul suo bolide, legato  coi polsi dietro la schiena al sedile del passeggero.

Arrivati nella casupola in una zona isolata sulle alture della Superba Genova con un calcio nel sedere lo fece cadere sul pavimento.

L'inizio del trattamento fu rimandato di qualche minuto dalle parole della vittima, che voleva sfogarsi di una vita sfigata con il suo carnefice.

Alla fine Gory chiamò il suo socio, chiedendogli di raggiungerlo con della roba.
Pulpy Fix aprì la porta, osservò l'uomo sul pavimento e scosse la testa.
Senza dire una parola posò una valigetta sul tavolo e l'aprì.

Dopo alcuni minuti si recarono presso l'auto del coglionazzo sbattuta sul ciglio della strada.

Sgommando via Gory sorrise pensando che era quasi Natale. 

Pulpy non riuscì a trattenere una domanda: "Ho capito risparmiargli la vita ma belin, anche se è un esodato con figli e moglie disabile a carico gli dovevamo pure regalare quei fottuti ventimila euro?"

lunedì 15 ottobre 2012

Donna Daniela






Nubi grigie in un cielo nero. Lampi appaiono e scompaiono.
Frutti incandescenti di un temporale lontano, silenzioso, senza tuoni.
Che rendono l’atmosfera cupa, nel tardo pomeriggio autunnale.
Una pioggia incessante cade impietosa sui poveri viandanti, che arrancano sulla terra battuta della strada divenuta oramai fango scivoloso. 


Una donna fradicia agogna la meta, assieme ad un gruppo di pellegrini.
Finalmente l’uomo col bastone che li guida alza la testa dal cappuccio del mantello, si volta indietro rallentando e urla: “La locanda è qui!”.

Un ultimo tratto accompagna lo sguazzare di piedi e membra doloranti.
A uno a uno entrano nella taverna, riscaldata da un benedetto camino acceso; si strofinano le mani, bagnati in ogni antro del corpo, con le gocce che cadono sul pavimento mentre altre decidono di evaporare verso il soffitto di travi in legno, per poi scomparire.
La fame e la sete per un attimo passano in secondo piano.

Dopo pochi minuti la stanchezza prende il sopravvento e si siedono attorno ad un lungo tavolaccio.
In silenzio mangiano la zuppa di legumi e un pezzo di pane nero, alcuni bevono avidamente solo acqua, altri vino rosso sangue.

Tra le donne una, magra dai capelli neri corvini e mossi, si alza per prima verso la scala che porta alle camere al piano superiore.
Un uomo la segue e dietro di lui l’oste.
Bramosa di un sonno ristoratore sul pagliericcio, in attesa dell’alba e della ripresa del cammino verso il santuario, non si avvede del movimento.

Sta per entrare nella camerata delle donne, quando una mano la afferra.
Lo sguardo atterrito si volta, in cerca di spiegazione.
Un soldo di argento passa dalla mano dell’uomo all’oste, il quale la conduce in fondo al corridoio. 

Una porta chiusa a chiave viene aperta. Solitamente è riservata ai nobili di passaggio.
Un caminetto dalla legna scoppiettante nella fiamma viva la accoglie.
Lei si volta con sguardo interrogativo. L’oste sta tornando al suo lavoro da basso.
L’uomo, prima di congedarsi, risponde con un sorriso: “Buona notte, donna Daniela!”

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venerdì 28 settembre 2012

GORY TEX & PULPY FIX Episodio 5 "Mare d'inverno"









"Che pezzo di mussa!" esclamò Gory davanti al monitor del pc, in una noiosa serata d'inverno.
Attirò l'attenzione di Pulpy. 
Smise di rollare la seconda canna per dare un'occhiata: "Belin, ma chi è questa bella topa?" 
Una donna mora dal fisico asciutto, ma procace nelle curve giuste, si presentava nuda davanti alla webcam, in collegamento diretto.
Lasciando i due tipacci dalla bava colante incapaci di pronunciare altre parole, che non fossero grugniti o versi similari.
Il fatto miracoloso è che erano incappati in una casalinga annoiata, generosa ed altruista, che offriva spettacolini di autoerotismo, o sesso virtuale come si usava dire negli ambienti chattosi, senza dover digitare il proprio numero di carta di credito.
E per fortuna, perché nessuno di loro ne era fornito...
Alla fine, tutti sudati nonostante la stagione, decisero di rilassarsi consumando il secondo spinello, interrotto dalla avvenente sposa.
Il silenzio prolungato fu interrotto da Gory: "Sai la combinazione fortunata?".
"Che si fa vedere gratis?" chiese con sorriso malizioso Pulpy.
"Ma no, questo oramai è un fatto acquisito..." rispose quasi stizzito l'amico. E riprese: "Che questa Daniela abita a Jesolo!" rivelò con evidente soddisfazione.
"Culo rotto che non sei altro... dai!" afferrò subito l'altro, stranamente.

La settimana successiva arrivarono a Mestre in auto. 
Dovevano convincere, con le loro solite buone maniere, un grossista della zona a pagare la roba ricevuta il mese prima.
Il loro nuovo datore di lavoro, un boss marsigliese, stava perdendo la pazienza.
Giocavano in trasferta e la prudenza era necessaria per raggiungere l'obiettivo, situato in un campo minato di guardia-spalle presumibilmente armati.
Loro lo erano. Un motivo in più per non dare nell'occhio. Evitarono infrazioni stradali, litigi con schiamazzi vocali  e purtroppo super alcoolici e "fumo". 
Certe volte essere professionisti del crimine costava rinunce e sacrifici pesanti.
Che compensarono in parte con un pranzo di cucina tipica veneta, in un ristorante nei pressi della centrale piazza Ferretto. Innaffiato con una sola bottiglia di ottimo Merlot in due.
Saltato anche il dolce, dopo una breve passeggiata digestiva, si ritirarono nella suite dell'hotel a quattro stelle gentilmente offerta da "Monsieur Argent", uno dei più grandi trafficanti francesi di cocaina colombiana in ambito europeo. 
Per loro era un onore essere stati assoldati da lui, per di più a caro giusto prezzo.
Il piano lo avevano discusso nelle quasi quattro ore di autostrada da Genova.
In palio c'era anche la loro vita. Attesero il calare delle tenebre. 
Uscirono intorno alle 17 accompagnati da una fastidiosa ed umida nebbiolina, che però poteva giocare a loro favore.
Infatti riuscirono ad avvicinarsi al garage di fronte alla stazione praticamente invisibili.
Si appostarono ed attesero.
Dopo un'ora abbondante arrivarono tre persone, l'obiettivo e due palestrati omaccioni pelati.
Si avvicinarono a un suv nuovo fiammante, nero come la notte che tutto ingoia.
Pulpy sbucò all'improvviso dal pilastro vicino, con due pistole alla Tex Willer e mise sotto tiro le due fallite guardie del corpo.
Gory nel frattempo sviolinò un discorsetto al grossista, di nome e di corporatura.
Per renderlo più convincente tenne una pistola puntata sul suo volto gonfio, con il silenziatore appoggiato su una guancia. Ficcarglielo in bocca pareva esagerato.

Due giorni dopo giunse l'attesa chiamata al cellulare di Pulpy: "Il ciccione ha pagato. Monsieur Argent mi ha appena fatto accreditare il vostro saldo dove sapete e vi ringrazia"  comunicò formale il suo segretario personale.

Dopo aver verificato col portatile l'arrivo del malloppo Gory salutò l'amico che si stava preparando a ricevere una escort brasiliana.

Giunto nella spiaggia deserta si tolse scarpe e calzini e osservò le sue orme sulla sabbia fredda. La sua ombra fu coperta da un'altra. 
Insieme tornarono verso i palazzi che sovrastavano la passeggiata, alcuni alti come grattacieli.
Le onde, colpite dai raggi del sole basso e timido tra le nubi grigie, brillavano di tonalità verdi e blu scure.

Strinse Daniela assaporando la visione delle imminenti prestazioni che da virtuali sarebbero diventate reali, sensuali e chissà forse a tratti dolci e violente. 

Con la cornice di uno stupendo mare d'inverno.








lunedì 27 agosto 2012

GORY TEX & PULPY FIX Episodio 4 "Ricatto per giustizia"



Avevano avuto culo. 
 
Reduci da un incontro ravvicinato in un lap dance, con due ballerine ucraine a base di pompini, stavano guardando lo stesso lavoretto eseguito a bordo di un'auto, parcheggiata poco distante da quella di Gory.
 
L'autore era un ragazzino dalla pelle olivastra, probabilmente sudamericano e minorenne, a favore di un uomo di mezza età. 
 
Sicuro era consenziente ed il prezzo della prestazione poteva essere una ricarica o pochi biglietti da dieci euro, non di più.
 
Pulpy tiro fuori da sotto il sedile del passeggero un bastone di gomma con l'anima di ferro, digrignando fra i denti uno "Stronzo, te la faccio vedere io ora...".
 
Gory lo arrestò afferrandogli il polso, già sulla via della vendetta: "Aspetta, ho un'idea".
 
Aprì la portiera con una mano mentre con l'altra scattò foto dallo smarphone ultimo modello, con flash incorporato e particolare attenzione al volto dello spregevole porco.

"Ora puoi, ma con moderazione, non strangolare la gallina dalle uova d'oro" concesse al socio, con schiacciatina d'occhio e sorriso beffardo.
 
 
 
La settimana dopo gli effetti del ricatto per giustizia arrivarono puntuali, come si dice fossero i treni ai tempi del duce.

Il ragazzino, Pedro, se la godeva tra la piscina e la sala giochi, con periodiche puntatine al bar per gelati, patatine e bevande varie.
 
Gory e Tex si stavano rilassando giocando a strip poker nella terrazzina sul mare della cabina super lusso dei bagni del Lido di Genova, con Svetlana e Natasha.

Il tutto naturalmente a spese del vecchio bavoso, che nel frattempo curava i suoi affari via computer rinchiuso nella sua villa di Albaro, nell'attesa che le fratture alle costole e l'occhio nero diventassero un lontano ricordo.




 

mercoledì 8 agosto 2012

GORY TEX & PULPY FIX Episodio 3 "Uccidiamo l'assassino!"





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Era caldo a Foso, sconosciuta cittadina nel centro sud del Ghana.

Gory Tex e Pulpy Fix si chiesero con lo sguardo come avessero fatto a trovarsi in quella terra d'Africa, a migliaia di chilometri dalla loro Genova.

Ogni tanto giravano la testa verso lo zaino imbottito di dollari, posato sul comodino in mezzo a loro; un acconto sulla fiducia, in attesa del saldo mediante bonifico anonimo, che li attendeva in una banca delle isole Cayman.

La prospettiva della loro prossima tappa rendeva tutto più chiaro ed il sacrificio del lungo viaggio accettabile.

Erano in missione per conto di un ricco trafficante di armi, che voleva eliminare un concorrente.

Dal nulla il novizio maledetto era spuntato ed aveva iniziato a rompergli il belino andando a contattare i suoi clienti storici, con offerte scontate.

In pratica una sfida, un atto di guerra, uno schiaffo guantato, da raccogliere e restituire; lavato nel sangue.

La camera dell'albergo, volutamente una stamberga al di fuori dello scarso giro turistico, aveva come unico sollievo una pala che ronzava sulle loro teste, mentre stavano sdraiati, in due letti rigorosamente separati.

Le armi fornite dal cliente erano nuove, precise e mortali, come loro.

Passarono il tempo rimanente prima dell'inizio della missione a mugugnare, ronfare e bere birra ghiacciata, che col tempo e la mancanza di un frigobar stava tendendo al piscio caldo. 

"Meglio finirla prima che lo diventi sul serio, cazzo!" fu uno dei pochi commenti di Gory, malinconico lontano dalla sua città.

"Già..." rispose Pulpy, anche lui malinconico ma per la mancanza di una qualsiasi delle sue amiche bagasce e succhiacazzi dei vicoli del centro storico.

Finalmente iniziarono a calare le tenebre della notte, per fortuna prima che lo facessero le loro palpebre.

Il piano era perfetto; sapevano dove l'obiettivo sarebbe andato a cena. 

"Semplice, entriamo nel ristorante e spariamo a tutti quelli del suo tavolo" ricordò Gory fuori dal ristorante.

Pulpy non replicò subito, anzi. Si mostrò riflessivo. Raro evento, sorprendente per un tipo come lui, tutto belino e pistola.

Un pensiero profondo lo aveva colpito.

Prima di iniziare il massacro decise di condividerlo col compagno: "Sai Tex, noi stiamo per offrire un servizio di pulizia morale a tutta la società...".

Gory si chiese se fosse il caso di sospendere la missione o di portarla avanti da solo, visto l'evidente stato di alterazione psichica del socio; eppure, stranamente, non lo aveva visto fare uso di sostanze stupefacenti per tutto il tempo trascorso insieme.

Per fortuna arrivò la spiegazione che dissipò ogni dubbio in proposito, anzi rafforzò la voglia di sparatutto.

"Il nostro bersaglio essendo un venditore di armi è il responsabile di tanti morti in giro per il mondo, quindi facendolo fuori liberiamo la comunità da uno sporco individuo dannoso come la peste!".

Gory Tex tralasciò il piccolo particolare che anche il loro datore di lavoro era tale e quale, anzi peggio perchè molto più potente; forte del malloppo di dollari che li attendevano nel paradiso fiscale e stanco di queste ipocrite elucubrazioni decise di dare il via alla strage.

Varcando la soglia del locale urlò a beneficio del pazzo socio, a mo' di incoraggiamento: "Uccidiamo l'assassino!"




lunedì 28 maggio 2012

GORY TEX & PULPY FIX Episodio 2 "Un nuovo hobby... torio!"









Era una notte scura ma non tempestosa.
I nostri eroi criminali Gory e Pulpy stavano penetrando, per il momento inteso solo come introdursi furtivamente, in un reparto molto particolare dell'Ospedale San Martino, nella città protagonista suo malgrado delle loro malefatte, Genova.

Mentre Gory puntava la torcia nel corridoio dell'edificio per individuare la porta giusta a Pulpy venne in mente la battuta che avrebbe regalato il dannato titolo a questo episodio:
"Belin Gory" disse sottovoce, "si potrebbe ben dire che ci stiamo creando un nuovo hobby... torio!".

Si trovavano infatti nella cella mortuaria in cerca di carne fresca, ops tiepida per provare a soddisfare una loro presunta perversione sessuale.

Un silenzio mortale sostituì la risposta del socio, che voleva evitare di fare rumore, come avrebbe meritato facendolo cadere sul pavimento dopo una pigna secca in piena faccia.

Con la loro consueta abilità trovarono e scassinarono la giusta porta ed entrarono.

"Brrrr questo posto mette i brividi!" esclamò Gory .
"Per forza ci sono le celle frigo per conservare i corpi, imbecille" rispose Pulpy.

Da un attento esame della lista dei cadaveri puntarono sulla cella giusta.

Una bella ragazza, morta il giorno stesso per un incidente stradale, nuda, a loro disposizione.

"Tocca a te Pulpy" lo incoraggiò il socio tremante.

Che tirò fuori l'attrezzo e...

"Non ce la faccio, prova te" e tristemente richiuse la cerniera dei jeans.

"Ti faccio vedere io come si fa!" volle fare il grande Gory.

Ma anche per lui un conto era la fantasia del becciare-scopare una donna purchè ancora tiepida, un conto era farlo con un cadavere, per di più assiderato come un bastoncino di pesce nella vetrina di un supermercato.

Tristi, ma consapevoli dei loro limiti, si consolarono con un paio di giovani e carine bagasce dell'est.
 
Al confronto tanto calde che, addirittura, rinunciarono a violentarle e rapinarle, pagando volentieri la tutto sommato modesta cifra della prestazione.

Un aspetto positivo della crisi per loro
, grandi consumatori di sesso in vendita.

GORY TEX & PULPY FIX Episodio 1 "L'inizio"









Tutto ebbe inizio in una notte buia e tempestosa.

"Accendi la luce, che non si vede un belino!" intimò Gory Tex all' amico Pulpy Fix.
La notte rimase solo tempestosa.

Erano appena entrati a casa con due bambole di donna rimorchiate in un locale malfamato nei carruggi del centro storico.

Due bagasce tossiche che avevano attirato col miraggio di una sniffata in cambio di una scopata. 

La cosa divertente è che prima di quella sera Gory e Pulpy si conoscevano solo di vista.
Parlando avevano scoperto di possedere la stessa ossessione. Per il sangue. 
Possibilmente dopo il sesso.

"Che garanzia mi dai che non mi freghi, che non sei un informatore degli sbirri?" era stata la legittima domanda che si erano rivolti a vicenda. 

"Fratelli di sangue!" aveva scherzato Gory davanti ad un boccale di nera Guinness.
Pulpy lo aveva preso sul serio convincendo le loro due prime vittime a seguirli nel casale isolato nell'entroterra genovese.

L'imminente strage era la risposta, una specie di assicurazione reciproca.  

"Sono tutta bagnata" esclamò una delle due, la bionda, spogliandosi.

"Ma se non ti ho ancora toccata!" replicò Gory ammiccando al nuovo socio. 
Che pensò: "Tra poco colerai di sangue e non di umori lascivi spiritosona...".

Mentre le puttanone si asciugavano i capelli dalla pioggia i due approfittarono dei loro occhi coperti per avvicinarsi, coltellacci nelle mani dietro la schiena. 
Gory accennò sottovoce "Ma Pulpy, prima non è meglio...?".
Scrollò la testa, rispondendo "Non ne vale la pena, capace che ci attaccano malattie anche con due preservativi...".

Gory assentì, scoccando il primo fendente alla pancia della sua vittima prescelta. 


Il massacro ebbe inizio. Così come la loro amicizia rosso porpora.